Arrigo Franceschi ci ha lasciati
Le orecchie devono essergli fischiate a lungo, gli ultimi tempi, per tutte le volte che lo si è chiamato in causa nella redazione del giornalino: “Ci vorrebbe un articolo scritto dall’Arrigo… io il notiziario lo leggo tutto (o in parte), ma prima degli altri leggo i servizi dell’Arrigo…”. E così via.
Ho conosciuto da vicino Arrigo proprio quando abbiamo confezionato assieme alcuni dei numeri di questo notiziario. Allora il sindaco era Sandro Guella e Arrigo era anche assessore comunale. La redazione del giornalino era addirittura a Favrio, a casa sua (dimostrazione del senso della sua ospitalità) e le battute si sprecavano sul fatto che il notiziario di Fiavé venisse progettato a Favrio… Insomma la rivincita della frazione sul capoluogo. D’altronde più di metà del comitato di redazione era di Favrio ed era giocoforza… Di certo Arrigo aveva Favrio nel cuore e in cima alle sue preoccupazioni. E da Favrio partiva il flusso dei suoi ricordi: la famiglia, le zie, la maestra, i paesani che avevano girato il mondo. I servizi del giornalino sono tutti lì, su carta, a ricordare il suo modo arguto e affettuoso di rivedere la realtà della sua memoria.
Personalmente mi colpiva, oltre la lucidità del ricordo, la precisione linguistica con cui li esprimeva: non c’era mai una ripetizione, una sbavatura, un verbo fuori posto. Non so se fosse dote innata di scrittore o se su quei pezzi ci stesse giorni a rielaborarli. Di certo li leggevo con sommo gusto, perché mi restituivano qualcosa di autentico. Personalmente amo poco le celebrazioni del passato, quando servono solo a non capire il presente e a idealizzare un mondo che non c’è più. Ma le sue rielaborazioni affettuose, piene di sottile ironia e garbato distacco, mi piacevano davvero. Restituivano l’immagine di un mondo definitivamente perso, ma così caro.
Arrigo Franceschi è stato uomo di grande preparazione scientifica e che ha maturato una lunga e significativa esperienza professionale. Nel ‘74 è diventato
ispettore forestale nei distretti di Auronzo di Cadore e di Pieve di Cadore; nell’81 capo dell’Ispettorato forestale dipartimentale di Vicenza. Nell’86 dirigente del Servizio forestale regionale di Belluno e nell’89 dirigente capo del Dipartimento Foreste della Regione Veneto. Insomma una brillante carriera sempre ai vertici del servizio forestale della regione Veneto. Arrigo è tornato poi nel Trentino per ricoprire la carica di direttore del Parco naturale Adamello Brenta dal ‘94 al 2000, cioè un mandato più un anno di proroga.
Infine ha fatto parte dell’amministrazione comunale di Fiavé: nella giunta di Sandro Guella è stato prima assessore (‘95-2000) e poi consigliere (2000-2005).
Un bell’esempio di professionalità e di dedizione al proprio paese.
Nella foto a sinistra Arrigo Francesci con Giovanni Paolo II negli anni (tra l’87 e il ’93) in cui il papa trascorse le ferie estive a Lorenzago di Cadore. Per incarico della Regione Veneto, Arrigo fu l’organizzatore dei soggiorni el’accompagnatore del papa nelle escursioni.
Nella foto presso la cascata di Nardis è con due collaboratori dell’ufficio di Belluno.